Quale futuro per il mondo delle spedizioni tra opportunità e contraddizioni?
Il Presidente di Confetra Nord Est Paolo Salvaro afferma: “Far capire all’imprenditore che la scelta di esportare con resa franco fabbrica espone a dei rischi, nemmeno trascurabili, e vuol dire rinunciare a controllare una parte della catena del valore a fronte di una supposta praticità,
Piena consapevolezza dei rischi che come spedizionieri ci si assume nell’esecuzione di un trasporto.
Utilizzo sempre più spinto e pervasivo dell’Information technology e dell’automazione industriale.
Formazione continua per non rischiare di fare la fine dei dinosauri, estinti per i mutamenti dell’ambiente in cui vivevano e ai quali non sono stati in grado di adattarsi abbastanza velocemente”.
L’occasione per dialogare di questi argomenti col presidente di Confetra Nord Est Paolo Salvaro ci è offerta nel corso di una nuova manifestazione fieristica del settore: Green Logistics Expo di Padova Fiere che si propone di essere, oltre che momento di business, un luogo dove operatori della logistica si possano confrontare sul futuro del settore alla luce dei profondi cambiamenti in atto.
Cambiamenti anche a livello nazionale perché negli ultimi anni si è oggettivamente registrata un’attività di pianificazione e progettazione del settore da parte del Governo che non si vedeva da tempo.
In primo luogo è stato adottato il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, ed è stato approvato un documento di indirizzo, l’ormai famoso “Connettere l’Italia: strategie per le infrastrutture di trasporto e logistica” che finalmente guarda alla logistica in modo coordinato e complessivo e non, come in passato, per comparti separati.
Gli Stati generali della logistica, prima per il Nord Ovest, poi per il Nord Est hanno analizzato la situazione dei rispettivi sistemi logistici, i principali in Italia, ognuno con le proprie peculiarità.
“L’Istituzione delle Cabine di Regia con la finalità di coordinamento strategico e promozione dei due sistemi logistici, sottolinea la necessità di una visione di sistema che porti i soggetti pubblici e privati coinvolti, ad azioni coordinate e sinergiche e non disperda le risorse in progetti e iniziative poco o per nulla utili – commenta il presidente Salvaro - Il Nord Est esprime delle caratteristiche particolari: innanzitutto a livello economico è un’area dove moltissime imprese, anche di dimensioni medie e piccole, sono forti esportatrici di beni. Parallelamente gli operatori tedeschi, austriaci, ungheresi, della Repubblica Ceca e della Slovacchia guardano con crescente interesse ai nostri porti nel Nord Adriatico per i loro scambi con il Far East e il Nord Africa.
Su questi corridoi sono posizionati, nel Nord Est, importanti nodi core della rete europea: gli Interporti di Padova, Verona e Bologna, i porti di Trieste, Venezia e Ravenna oltre ad altre e numerose infrastrutture di minori dimensioni”.
Tutto ciò Presidente è ovviamente arricchito da un’adeguata rete infrastrutturale e se sì cosa manca ancora per agevolare lo sviluppo?
“Sulla carta la dotazione infrastrutturale del sistema logistico del Nord Est è eccellente: si tratta ora di sfruttare le opportunità che ci vengono dalla nostra posizione geografica, utilizzare al meglio le infrastrutture che abbiamo e far funzionare questo sistema come un’orchestra, dove ogni strumento ha un ruolo bene definito, non va per la sua strada e contribuisce in modo essenziale al successo del concerto. Fuor di metafora, in un sistema logistico sempre più globale e con player sempre più grandi e potenti, è inutile voler fare i fenomeni e pensare di potersi porre sul mercato mondiale da soli o peggio ancora in contrapposizione con gli altri attori della nostra macroarea. Per questo un pizzico di preoccupazione emerge dal fatto che sono passati quattro mesi dalla riunione degli Stati della Logistica del Nord Est e da allora non è accaduto più nulla. Gli indirizzi per la Cabina di Regia parlano soprattutto di interventi infrastrutturali, sicuramente importanti e affrontati a nostro avviso anche in modo corretto. Interventi che privilegiano opere utili, snelle e condivise con una attenzione particolare alla componente tecnologica e “intelligente” delle stesse.
Ma nulla dicono sulla loro gestione così come di tutte le attività che contribuiscono all’efficienza di un sistema logistico”.
Presidente, certamente la realizzazione dello Sportello Doganale Unico sta agevolando anche il vostro lavoro oppure ……?
“Lei lo sa meglio di me che sulla carta lo Sportello Doganale Unico è una realtà perfettamente operativa e altrettanto bene sanno i miei colleghi che nella realtà questo non è vero.
Un altro esempio è quello del pre-clearing che paradossalmente è del tutto inapplicabile in importanti porti italiani, come Venezia e Genova dove le navi arrivano dopo aver toccato già altri porti italiani. Ecco, come spazzare via questa melassa burocratico-organizzativa che vanifica quanto di buono si fa su altri fronti, in realtà non ne parla quasi nessuno, se non noi operatori, il più delle volte visti come dei rompiscatole mai soddisfatti del lavoro altrui. Noi spedizionieri ci troviamo quindi ad operare in un sistema complesso, con grandi potenzialità ma anche grandi contraddizioni”.
Dunque, concludendo, Presidente, quale futuro per gli “spedizionieri del terzo millennio”?
“La nostra attività deve necessariamente seguire il cambiamento delle regole e dei mercati, ma allo stesso tempo deve anche guardare al proprio interno per individuare come e dove crescere. I margini, non solo quelli economici, per il successo delle nostre aziende sono sempre più stretti e non possiamo permetterci di trascurare ogni più piccolo dettaglio”.
Massimo Bernardo