L’avvio delle relazioni diplomatiche tra Cina e Panama firmato il 13 giugno 2017, con l’impegno ad una collaborazione bilaterale su una serie di temi, tra cui gli “affari marittimi in tutti i loro aspetti”, rappresenta un’occasione per il gigante asiatico di proiezione dei propri interessi geostrategici sul continente americano.
Entrata in modo stabile nel gruppo di paesi con le economia in via di sviluppo più dinamiche, Panama sotto l’aspetto del commercio marittimo si inserisce perfettamente nel progetto strategico della Nuova Via della Seta, declinata sul versante del Pacifico: un’iniziativa di riformulazione dell’approccio geopolitico e di consolidamento dell’influenza globale di Pechino basata su una serie di grandi investimenti in infrastrutture, porti, linee ferroviarie e gasdotti che puntano a integrare l’intera regione Asia-Pacifico, con la Cina come hub centrale, al resto del mondo.
In un contesto caratterizzato dall’aumento delle iniziative delle imprese cinesi su una scala globale, il paese centroamericano si è posto così l’obiettivo di favorire e rafforzare i legami politici, economici, sociali e culturali con la Cina attraverso la promozione della sua amministrazione marittima e i vantaggi competitivi offerti dal suo registro navale internazionale.
“L’aspirazione ad ampliare i legami storici di sviluppo e consolidamento – sottolinea l’autorità marittima panamense – deve essere specificamente rivolta allo sfruttamento reciproco della connettività marittima e della logistica, che sono di importanza strategica per lo sviluppo economico di entrambi i Paesi, senza trascurare lo sviluppo sostenibile dell’economia di entrambi gli Stati in relazione ai diversi modi di trasporto marittimo, le cui economie di scala minimizzano i costi, massimizzano i prezzi, generano valore aggiunto e ottimizzano l’utilità della catena del valore”.
Tra gli strumenti individuati, l’opzione di “nazione favorita” che prevede l’applicazione di tariffe preferenziali per le navi che approdano in determinati scali. Il meccanismo, in particolare, riconosce (decreto 610) tasse portuali inferiori per tutte le navi registrate dai paesi che hanno stipulato accordi con la Repubblica Popolare Cinese. “Una volta entrato in vigore, l’accordo di cooperazione marittima previsto da tale clausola consentirà a tutte le navi battenti bandiera panamense che approdano nei porti cinesi di beneficiare di diritti portuali inferiori a quelli pagati dalle navi che fanno parte di registri i cui paesi non hanno concluso un accordo con la Repubblica popolare cinese per il trattamento della nazione più favorita”.
Una svolta per una buona parte dello shipping mondiale, considerato il peso della bandiera panamense sulla composizione della flotta internazionale. Da un lato, infatti, si allineano 7 dei 10 porti container più grandi del mondo (Shanghai, Shenzhen, Ningbo-Zhoushan, Guangzhou, Qingdao, Tianjin, Ningbo e Dalian), dall’altro le 400mila unità battenti bandiera panamense (non solo portacontainer ma anche gasiere, petroliere, cargo, ro-ro, rimorchiatori e refrigerati) registrate solo nel 2017 sulle banchine cinesi.
I vantaggi individuati dall’autorità marittima panamense dal nuovo accordo sono innumerevoli: “misure adeguate per facilitare e accelerare il trasporto marittimo al fine di evitare ritardi inutili; concessione di tariffe portuali preferenziali; promuovere dello sviluppo marittimo e portuale; utilizzo pieno ed efficace della flotta marittima per soddisfare la domanda di commercio estero; garanzia di sicurezza della navigazione e protezione dell’ambiente (compresa la sicurezza delle navi, dell’equipaggio, dei passeggeri e delle merci); miglioramento delle relazioni commerciali e lo scambio di esperienze scientifiche e tecnologiche e scambiare informazioni sulle organizzazioni e le convenzioni marittime internazionali”.
Nel quartier generale panamense ci si aspetta un rapido consolidamento dei mercati che hanno caratterizzato finora la bandiera centroamericana. “Nel settore dell’inquinamento atmosferico causato dalle navi, nel settore del trasporto marittimo sostenibile, nonché in quello della gestione delle acque di zavorra – sottolinea una comunicazione ufficiale – potremmo sfruttare la leadership decennale della Cina per creare un quadro giuridico e tecnico per un trasporto marittimo più pulito, ecologico e sicuro, ribadendo la nostra posizione globale di leader nell’industria marittima”. Con l’obiettivo strategico di “diversificare la flotta e puntare su unità caratterizzate da innovazione tecnologica ed efficienza energetica”.
Giovanni Grande