Un “sister agreement” tra i porti di Genova e Shenzhen. Lo hanno firmato nello stand della Port of Genoa Community al Transport Logistic 2019 il presidente dell’AdSP del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e il Vice Direttore Generale del Transport Bureau della Municipalità di Shenzhen, Lou Heru. L’intesa rientra nell’ambito dei 19 accordi istituzionali e 10 commerciali previsti dal bilaterale sulla BRI firmato tra i governi di Roma e Pechino lo scorso marzo ed è stata preceduta a fine maggio da una missione di presentazione al cluster marittimo ligure da parte di una delegazione dello scalo cinese.
“Genova e Shenzhen hanno molti punti in comune: si tratta di due scali gateway con grandi aree industriali alle spalle,” ha sottolineato Signorini all’atto della firma. “Affronteremo insieme le opportunità aperte dalla BRI per rendere più semplice la cooperazione con le aziende cinese che vogliono operare in Italia e viceversa”.
L’intesa, in particolare, fa riferimento all’accordo già siglato dall’AdSP con il colosso cinese delle costruzioni CCCC – China Communications Construction Company – e a una serie di iniziative bilaterali previste nel settore dell’innovazione tecnologica e nello sviluppo di politiche green che vedono Shenzhen in prima linea. “I cinesi sono interessati a partecipare ai nostri progetti di upgrade infrastrutturale, come la diga o le nuove connessioni ferroviarie, anche e soprattutto perché questi interventi consentiranno poi ai loro operatori logistici, come COSCO, di poter portare maggiori volumi di merce nei nostri scali,” aveva evidenziato Signorini nell’incontro di Palazzo San Giorgio.
I due porti hanno sviluppato negli anni un solido rapporto. Tanto che Genova, insieme a Taranto, è l’unico scalo italiano che rientra nei 25 “sister agreement” siglati da Shenzhen, realtà relativamente giovane (i traffici marittimi si svilupparono parallelamente all’isitituzione della zona economica speciale, avviata 40 anni fa come esperimento per l’introduzione di elementi di mercato nel regime comunista) ma tra i principali player del settore container con una movimentazione annuale di circa 25 milioni di TEU e un ricavo in termini economici per la municipalità di 352 miliardi di dollari. “Da Shenzhen passano 223 rotte internazionali di trasporto container, 7 delle collegano direttamente Genova”, ha ricordato Heu. “Tra i nostri due scali sono transitati 110.000 TEUs nel 2018, mentre nei primi 4 mesi di quest’anno (gennaio-aprile 2019) siamo già arrivati a 36.000 TEU”.
Ma Shenzen guarda anche oltre il settore container, complice il mutamento della struttura produttiva cinese, alle prese con un inedito fenomeno di delocalizzazione. Il porto cinese dispone già di 5 terminal per il GNL con una movimentazione annua di oltre 13 milioni di tonnellate e di una nuova stazione marittima che lo scorso anno ha movimentato 350.000 crocieristi ed è in grado di accogliere cruiseship con una stazza di oltre 200.000 tonnellate. Negli ultimi tempi, inoltre, ha introdotto una serie di misure per l’attenuamento dell’impatto ambientale delle attività in banchina, come il passaggio dai derivati del petrolio al gas per il funzionamento delle gru e di tutti i mezzi di movimentazione terra, e implementato l’introduzione di dispositivi automatizzati e procedure digitalizzate sull’onda dello sviluppo della tecnologia 5G.
È su queste basi che Signorini ha fissato l’obiettivo di crescere ancora, “riequilibrando anche l’import, oggi preponderante, con l’export di prodotti italiani verso la Cina”. “Organizzeremo presto visite mirate di delegazioni cinesi al nostro porto e soprattutto nelle aree logistiche e industriali retrostanti, che presentato anche benefici di natura fiscale e doganale”.
RedMar