8 Marzo. «Investire in pannelli solari può non essere il miglior modo per aumentare la sostenibilità delle imprese». Troppo spesso si trascura che la produzione di emissioni di una logistica disattenta, caratterizzata da uno sbilanciamento dei trasporti su strada e da veicoli vecchi, impatta in modo maggiore, sotto l’aspetto ambientale, rispetto agli sforzi in atto. «Serve una certificazione di sostenibilità come valorizzazione del sistema logistico».
È la proposta che arriva da Ennio Cascetta, Professore ordinario di pianificazione dei sistemi di trasporto, Università degli Studi di Napoli Federico II, intervenuto alla prima sessione di Shipping, Forwarding&Logistic meet Industry 2021. «Le imprese che operano bene dovrebbero avere più titoli per ricevere più attenzione sia da parte dei consumatori sia nella considerazione dello Stato».
In tema di sostenibilità Cascetta ha parlato anche del possibile contributo che potrebbe arrivare da mare bonus e ferro bonus, «interventi annuali che però sono portati avanti senza una vera integrazione reciproca». «Il passaggio dal tutto strada all’intermodalità andrebbe favorito attingendo alle risorse del Recovery Fund».
Il sistema logistico italiano – ha continuato – sconta una serie di debolezze. «Una bolletta logistica che, a seconda dei calcoli, varia dai 10 ai 70 miliardi». Per recuperare il tempo perduto bisognerà tener conto dei fattori di accelerazione che cluster dovrà affrontare nel dopo-pandemia.
«Stiamo vivendo la settima rivoluzione tecnologica: veicoli autonomi e connessi, la transizione energetica della trazione comporteranno una profonda trasformazione dei servizi. Il rischio, rispetto al Recovery Fund, è quello di tornare alle shopping list che non tengono conto degli obiettivi strategici».
I 300 milioni per la digitalizzazione, ad esempio, sono inefficienti. «Serve una politica industriale orientata alla logistica: che non prescinda da resilineza, competitività ed efficienza».