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» » Recovery Plan, più risorse per le infrastrutture meridionali

 



SVIMEZ
e Fondazione Per lanciano un appello per il riequilibrio infrastrutturale del Paese. Il Mezzogiorno come “secondo motore” della crescita. Maggiore attenzione ai porti del Sud per intercettare i flussi del Mediterraneo e dell’Africa. 

4 Marzo. La riscrittura del Piano di Rilancio che dovrà assegnare le risorse del Recovery Plan non dovrà presentare le gravi distorsioni in materia di collegamenti ferroviari, porti e logistica presenti nella sua versione originale. Scegliendo per il Sud solo opere di miglioramento e concentrando le più cospicue risorse agli investimenti più innovativi nel Centro-Nord si rischia di configurare ancora una volta due diversi sistemi di trasporto, riproponendo la storica contrapposizione tra le due parti della penisola che può essere fatta risalire all’inizio degli anni Sessanta. 

SVIMEZ e Fondazione Per lanciano un appello (Mezzogiorno in movimento) per una revisione del PNRR affinché gli interventi in infrastrutture di mobilità contribuiscano a riequilibrare la situazione del Paese. 

È urgente omogeneizzare il sistema trasportistico e integrarlo a vantaggio dell’intero paese e della forza mediterranea della stessa Europa, tanto proclamata e altrettanto trascurata, ma oggi imposta dalla geografia politica e della competizione globale”. 

Per i porti e la logistica sono previsti, ad esempio, investimenti per 3,7 miliardi di euro indicando come strategici per il traffico transoceanico i porti di Genova e Trieste, le “due ascelle” settentrionali del Paese. Quanto ai porti meridionali l’unica funzione definiva riguarda invece i soli collegamenti infra-mediterranei e la vocazione turistica. 

“Val la pena di ricordare invece che i porti meridionali movimentano più del 40% delle merci nazionali e svolgono un ruolo rilevante nel settore crocieristico, ma soprattutto che nel Mezzogiorno hanno sede il primo porto italiano container (Gioia Tauro, già primo in Europa) e il primo porto italiano nel cuore del Mediterraneo per il traffico energetico (Augusta- Santa Panagia)”. 

Logistica a valore, intermodalità e trasversalità dei porti, retroporti, autostrade del mare, Zone Economiche Speciali: l’obiettivo di SVIMEZ e Fondazione Per è “fare del Sud un secondo motore della crescita italiana”. Cogliere “l’opportunità dell’enorme espansione di traffici nel Mediterraneo, già ora centrale nel commercio internazionale e che ancor più lo sarà in prospettiva: un enorme mercato, in rapido sviluppo demografico, mette in relazione Africa e Medio Oriente con i sistemi maturi e tecnologicamente avanzati dell’Ue”. 

“Dobbiamo sottolineare che nei passati decenni non sono state realizzate opere di manutenzione straordinaria alla armatura portuale, in modo coerente con il gigantismo navale e con la tenuta prospettica dei nostri scali, anche considerando i mutamenti climatici che hanno impatto forte sulla tenuta del sistema”. 

Il quadrilatero tra Napoli-Bari-Taranto-Gioia Tauro, continua l’appello, “costituisce un territorio portuale e logistico vasto, capace di indurre una nuova stagione di sviluppo, per il Mezzogiorno e per l’intero Paese”.

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