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» » Annunziata, a Napoli programmazione e dialogo

 



Novanta giorni per la redazione del documento di pianificazione strategica e di sistema del porto di Napoli. Poi i passaggi presso il Comune (entro questa estate), la Regione e la Conferenza Regionale. Ruota attorno a questo iter di approvazione il pieno impegno di Piazzale Pisacane per la definizione del futuro dello scalo partenopeo. A confermarlo il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, intervenuto al webinar “Città porto della Campania: da sommatoria a sistema”, organizzato da RETE, IRISS CNR Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo e Comune di Livorno. 

Il documento per Annunziata rappresenta «uno dei primi esempi di semplificazione», uno strumento messo a disposizione della legga 84/94 su cui puntare per mettere su binari solidi, a cominciare dall’adozione del prossimo Piano regolatore portuale, i progetti e gli interventi per garantire concorrenzialità al principale polo marittimo del sistema portuale regionale. 

L’obiettivo, indicato dal presidente dell’AdSP, è quello di aumentare i traffici del 20-30% passando attraverso una razionalizzazione degli spazi esistenti: «Napoli serve merce per un raggio massimo di 200-250 chilometri, non ha senso ipotizzare attività di transhipment, piuttosto bisogna ottimizzare l’esistente». 

Esce confermata anche in quest’occasione la decisione strategica di sospendere qualsiasi ipotesi di ulteriore sviluppo della futura Darsena di Levante nella zona Est del Porto. «Napoli Est sogna il mare, bonifiche, delocalizzazioni. Se le popolazioni vogliono questo bisogna fare in questo modo: il nostro compito è raccogliere le indicazioni che vengono dal territorio». 

Tra gli argomenti trattati, dal recovery fund, per cui «partiranno a breve le richieste per una serie di riqualificazioni degli immobili portuali», alle ZES: «giusto che non sia il presidente dell’AdSP a  presiedere il comitato di gestione delle zone», anche la possibilità di includere nel sistema portuale regionale scali che attualmente ne sono fuori come Torre Annunziata. Un’operazione su cui Annunziata si è detto possibilista, «a patto di dotare l’ente del personale necessario».

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