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» » LUGLIO 2021 PAG. 28 - Rinnovabili, evitare il rischio di un dibattito per slogan

 

 

 

“La vera sfida è quella di riuscire a gestire la transizione verso altre fonti evitando contraccolpi pericolosi: chi considera gli idrocarburi fossili superati e ritiene che non vi sia più la necessità di investire in questo settore non considera il rischio che ciò deflagri in una pesante crisi energetica. Si tratta di un rischio reale come dimostrano anche i recenti aumenti dei prezzi del greggio, tornati sui massimi da 7 anni, che possono trasformarsi in un serio ostacolo sulla via della ripresa”. È quanto spiegato dal presidente di UNEM (Unione Energie per la Mobilità), Claudio Spinaci, nel corso dell’assemblea 2021 dell’associazione.

“La mobilità sostenibile è 'missione' complessa che ha molte implicazioni, sociali, economiche e geopolitiche, che richiede perciò una riflessione seria, basata su elementi scientifici, mentre oggi scontiamo un dibattito per slogan, troppo superficiale rispetto alla posta in gioco”.

Nel corso dell’evento è stato tratteggiato lo stato dell’arte per il settore dopo la flessione registrata a causa della pandemia. Nel 2021, in particolare, la domanda totale di energia dovrebbe crescere del 4,6%, più che recuperando la contrazione del 4% registrata nel 2020. Circa il 70% di questo incremento si avrà nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo mentre la domanda di petrolio, nonostante un recupero stimato nel 6,2%, sarà ancora inferiore del 3% rispetto al 2019. Il gas naturale, invece, con un progresso del 3,2%, tornerà già nel 2021 oltre i livelli pre-Covid (+1%), spinto soprattutto dalla crescente domanda di Asia, Medio Oriente e Russia. Le rinnovabili, le uniche ad avere mostrato un segno positivo nel 2020 (+3%), sono previste in crescita di un ulteriore 3,9% mentre il carbone nel 2021, con un aumento del 4,5%, dovrebbe anch’esso tornare oltre i livelli pre-Covid e avvicinarsi ai picchi del 2014 spinto dalla domanda cinese (oltre il 50% dell’incremento atteso).

“Se ci si focalizza sul ruolo delle rinnovabili, oggi intorno al 16%, ci rendiamo conto che non riescono ancora a coprire il solo incremento di domanda atteso” ha avvertito Spinaci che ha posto l’accento sulla crisi della raffinazione per la quale chiede un tavolo di confronto al ministero della Transizione ecologica, al fine di accompagnarne la fase di trasformazione del settore.

“L’Occidente continua a ridurre il proprio peso nel controllo sulle attività estrattive e soprattutto sulla raffinazione. Dipendere dai Paesi non-Ocse per l’approvvigionamento di prodotti finiti sarebbe estremamente penalizzante per l’Europa”.

Secondo il presidente di UNEM esiste un tema di sicurezza degli approvvigionamenti energetici:  “delocalizzando interi settori industriali, come quello della raffinazione, ci esporremo ad enormi rischi dovendo contendere prodotti di alta qualità ad aree in forte sviluppo”.

Il baricentro della raffinazione mondiale stando ai dati dell’AIE (Agenzia Internazionale per l’Energia) si sta infatti spostando sempre più verso Oriente dove nei prossimi anni entrerà nuova capacità per 6,2 milioni b/g, di cui un terzo in Cina, mentre in Europa se ne chiuderà 1 milione b/g.

“L’Europa con il Green Deal si pone obiettivi ambiziosi e questo è positivo. È tuttavia necessaria un’azione maggiormente coordinata a livello internazionale, altrimenti non avremmo effetti positivi sull’ambiente a livello globale, ma solo rischi di deindustrializzazione e forte delocalizzazione, con danni occupazionali e sociali da noi, e un contemporaneo aumento delle emissioni di CO2 negli altri continenti”.

Secondo il Presidente Spinaci il dibattito in Europa si sta limitando esclusivamente all’elettrificazione dei consumi mentre il vero problema delle fonti “decarbonizzate” è quello di aumentare la produzione. “Un approccio razionale technology neutral, basato comunque su solide analisi di Life Cycle (LCA), porterebbe ad affiancare, senza limitazioni o pregiudizi, ad un equilibrato processo di elettrificazione altre soluzioni a basse o nulle emissioni di carbonio. Tra queste il nostro settore sta lavorando per lo sviluppo dei low carbon fuels liquidi e gassosi – sia da biomasse che sintetici – per il loro potenziale di utilizzo in tutti i settori e la possibilità di essere utilizzati dalle attuali motorizzazioni, a vantaggio di tutti i cittadini e delle filiere dei costruttori dei mezzi di trasporto”.


 

 

 

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