“Per assolvere alla loro funzione di leva di sviluppo per il territorio i porti non possono fare a meno di una piattaforma energetica”. È sulla scorta di questa convinzione che Pietro Spirito ha iscritto il Napoli nella corsa mediterranea per la realizzazione di infrastrutture per la distribuzione di LNG. Già punto di approvvigionamento chiave per i prodotti petroliferi, inserito nella lista degli otto siti strategici per il gas naturale liquefatto del Piano Energetico Nazionale, lo scalo partenopeo, dopo lo studio di pre-fattibilità dello scorso febbraio, attende il lancio del bando di gara per la costruzione del suo deposito costiero. “Si tratterà di un iter complicato – ha confessato il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, intervenendo all’assemblea di Assocostieri – che affronteremo confrontandoci strettamente con il MISE”. Delle 17 manifestazioni d’interesse arrivate all’ente portuale “quella più interessante – ha anticipato Spirito – arriva da Edison”. “Ma vorrei che tutti i partecipanti si presentassero insieme. Purtroppo rispetto ad altre realtà come Barcellona o il Nord Europa arriviamo in forte ritardo e bisogna accelerare”. In un panorama in cui le nuove navi a LNG sono già state commissionate e si va consolidando un interessante mercato per il settore dell’autotrasporto il deposito napoletano potrebbe rappresentare una risposta alla “diseconomicità della bolletta energetica che grava sul Paese”, contribuendo ad abbattere “l’inquinamento portuale che viene prodotto dai camion in movimento in prossimità del centro storico e dalle navi ferme in banchina”. Con un costo che oscilla tra i 40 e i 70 milioni di euro, una capienza tra 5/10mila tonnellate, la struttura potrebbe essere pronta in 3-5 anni. Già definita l’area di insediamento: “la zona est, individuata come segmento rilevante di attività di riqualificazione territoriale e, con l’insediamento delle ZES, occasione di sperimentazione di ricerca e sviluppo anche nel settore energetico”.
Livorno, OLT Toscana punta a rifornire il Nord Tirreno e la Sardegna
Riconfermare il posizionamento strategico in termini di sicurezza degli approvvigionamenti di materia prima, alimentare la crescente richiesta di gas per la fornitura di carburante per camion e, in prospettiva, porsi come riferimento per la fornitura di navi da crociera e passeggeri su tutto l’arco portuale del Nord Tirreno, da Genova a Civitavecchia, e in particolare, per la Sardegna. OLT (Offshore Lng Toscana) sta lavorando alla diversificazione del business e, complice la crescita di interesse verso la filiera nazionale del gas, intende investire nel breve-medio periodo. “Il target verso cui ci stiamo muovendo – spiega a Porto & Interporto, a margine dell’assemblea Assocostieri, l’Ad della società, Alessandro Fino – contempla la fornitura di LNG per il trasporto marittimo e terrestre. Stiamo studiando le opportune modifiche alla struttura del nostro terminale per rendere possibile il rifornimento diretto di bettoline, unità minori comprese nel range 1.000-7.500 metri cubi, per il collegamento con i depositi costieri costruiti sulla costa”. Partito nel 2013, OLT può contare su una struttura galleggiante di rigassificazione realizzata dalla riconversione della nave metaniera “Golar Frost, ancorata a 12 miglia dalla costa livornese (capacità massima autorizzata: 3,75 mld di metri cubi). Per poter rispondere alle nuove esigenze del mercato dovrà essere sottoposta ad un serrato iter in termini di verifiche e autorizzazioni. “Ad oggi – continua Fino – abbiamo prodotto quasi tutti gli studi, da quelli di tipo ingegneristico alla sicurezza, richiesti dalle autorità. Le previsioni riguardo questa fase di pre-fattibilità indicano la fine del 2018. Poi comincerà l’iter autorizzativo che dovrebbe concludersi in 3-4 anni. Per quella data saremo in grado di fornire un tipo carburante che, rispondendo alle specifiche necessità del mondo dei trasporti, permette da una parte di ridurre l’inquinamento, dall’altro un’ottimale gestione economica”.
Giovanni Grande