Trasversali i temi trattati che hanno declinato le strategie di perseguimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) promossi dall’Agenda 2030 anche dal punto di vista del mondo dei trasporti. Con una particolare attenzione all’ecosistema portuale e allo sviluppo delle ZES, strumento economico che potrebbe fungere da grimaldello nella sfida per la sostenibilità dei territori meridionali.
Nel forum dedicato (CSR e Trasporti) è stato presentato uno studio di Deloitte che ha fatto il punto sul modo in cui l’universo logistico sta reagendo agli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. “Le iniziative dedicate al tema ambientale – ha sottolineato Monica Palumbo – sono comuni a tutti i comparti anche se ogni modalità di trasporto presa in considerazione – portuale, aerea, stradale – è concentrata in modo specifico solo su una parte dei 17 Obiettivi”. È il caso dei porti che in tutta Europa guardano con particolare attenzione ai temi dell’efficienza energetica, dell’azzeramento delle emissioni e, in generale, alla sostenibilità del ciclo operativo marittimo. O dell’aviation, “settore sempre più concentrato sull’impatto sociale delle attività per i territori e sull’introduzione dei principi della circular economy”. “Negli ultimi tempi emerge con forza la questione delle nuove forme di mobilità nelle grandi città, dell’interconnessione di dati, merci e persone e dell’importanza dei meccanismi premiali per favorire gli investimenti responsabili”.
Nel corso del Focus è stato presentato anche il primo Bilancio sociale dell’Eav, l’azienda regionale che dopo un complesso piano di assestamento economico ha concentrato la sua azione, come spiegato dal suo presidente Umberto De Gregorio, “nella costruzione di una comunità di lavoratori solidale, sicura e trasparente”.
Del ruolo non solo economico svolto dall’AdSP rispetto al tessuto urbano ha parlato invece Francesco Messineo, Segretario Generale dell’ente, che si è soffermato sulle difficoltà burocratiche del sistema Paese. “La situazione che stiamo affrontando con il dragaggio del porto di Salerno è paradigmatica della lacunosità delle nostre norme. Manca la capacità di sintesi, le questioni sono affrontate solo da un’ottica settoriale che porta alla paralisi delle iniziative e alla diluizione della responsabilità in una serie infinita di passaggi amministrativi. Il risultato è un continuo potere d’interdizione prodotto dalla sovrapposizione ridondante dei controlli”.
Un meccanismo inceppato che le semplificazioni portate dalle ZES potrebbero sbloccare, almeno in parte. “C’è la necessità – ha ricordato Alessandro Panaro di SRM – di disegnare un pacchetto localizzativo in grado di allettare gli investimenti esteri. Manca ancora l’ultimo decreto sulle semplificazioni: la vera sfida sta proprio lì. Lo spiegano le cifre: il traffico nei porti in cui sono presenti le zone economiche speciali cresce dell’8,1% rispetto all’1,4% degli scali tradizionali”. Opportunità enorme che, secondo Giuseppe Esposito della Cisl Campania, dovrà essere monitorata attentamente. “Le ZES non devono frammentare il tessuto economico e diventare occasione di speculazione: c’è chi sta dismettendo le attività con l’intenzione di ripresentarsi ai nastri di partenza quando le zone saranno attivate”.
Giovanni Grande