A Torino sono state messe a confronto esperienze di diversa portata e natura, ma tutte esemplari nel progetto di conciliare impresa, profitto e visione etica.
Un parte del sistema produttivo ancora si chiede quanto il parametro della sostenibilità sia davvero una risposta urgente a una effettiva richiesta da parte del consumatore. In questo senso ha ben illustrato la realtà Luca Vecchio, Professore di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni all’Università Bicocca di Milano, anticipando il risultato dell’indagine effettuata dall’ateneo in collaborazione con Federconsumatori e SOS LOGistica: ormai il consumatore è protagonista attivo nella richiesta di prodotti e servizi che rispettino determinate caratteristiche. Non è più tempo di facili seduzioni nei confronti dell’utente, che oggi è sempre più informato e più che mai sensibile alla salute e alla qualità di ciò che acquista, all’ambiente. A breve sarà pubblicato un libro bianco, le cui anticipazioni raccontano un consum - attore che aumenta la propria consapevolezza ma che ancora agisce debolmente per modificare i propri modelli di acquisto e premiare prodotti e servizi più sostenibili.
Stefania Lallai ha testimoniato l’impegno di Costa Crociere che da tempo ha abbracciato la sostenibilità come parametro per lo sviluppo futuro del proprio business. Dalla lotta allo spreco alimentare a bordo delle proprie navi, all’attenzione per l’origine delle merci: un cammino complesso da conciliare con il profitto e con una progressiva sensibilizzazione della clientela. Con la certezza che a breve non ci si potrà sottrarre alla prova dei fatti.
Attenzioni del tutto simili a quello che animano l’iniziativa di Tredivino, giovanissima start up dedita alla commercializzazione di vino in contenitori alternativi al vetro. Prodotto di alta qualità (solo doc, docg, igt) confezionato in materiali biocompatibili e riciclabili che ne rispettino totalmente le caratteristiche. Sostenibilità anche in termini di spazio, con una ottimizzazione quindi anche del magazzino e trasporto.
Inevitabile la declinazione della sostenibilità alle soluzioni abitative, rappresentata da Centroplan e Sika, multinazionali specializzate in materiali per la permeabilizzazione di tetti e coperture con soluzioni a basso impatto ambientale e per l’ottimizzazione energetica. Riccardo Figlietta, direttore Generale di Centroplan, che ha tra l’altro sostenuto l’iniziativa di Torino, ha introdotto l’innovativo prodotto Sustainable Roof portando un esempio concreto dei vantaggi economici legati al suo utilizzo in ambito industriale.
Ma lo sforzo di adeguamento spesso richiede investimenti che possono non trovare la giusta sensibilità da parte di chi può erogare i sostegni finanziari.
Valeria Andrion, Corporate Soscial Responsability di Banca Intesa San Paolo, ha descritto come anche i grandi gruppi bancari stiano facendo propria l’importanza di investire nella sostenibilità, offrendo prodotti finanziari appositamente dedicati; non solo agevolazioni, ma una particolare attenzione nel sostenere le imprese innovative, vocate alla sostenibilità fin dall’origine.
Chiaro che anche l’impatto economico deve essere ottimizzato, affinchè il valore dell’impegno sulla sostenibilità sia condiviso da tutti gli attori. Il ricorso all’utilizzo appropriato dei dati e la loro elaborazione secondo le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale è stato il tema dell’intervento di Luca Bolognini, responsabile della divisione innovazione di Aizoon. Una connessione tra intelligenza artificiale e politica della sostenibilità per generare efficienza e razionalizzare i costi.
A proposito di costi, Lanfranco Senn - professore emerito dell’Università Bocconi di Milano - è tornato su un tema particolarmente “caldo”: le infrastrutture e la necessità di uno stretto coordinamento tra loro per creare una rete di sostenibilità nei trasporti. Strade, porti e interporti devono rientrare in un disegno organico al fine di non diventare un limite nello sviluppo di soluzioni sostenibili. I progressi nelle alimentazioni a basso impatto ambientale rischiano di essere vanificati nel momento in cui la mancanza di infrastrutture genera code e ritardi nei processi logistici.
Infine la testimonianza di chi della sostenibilità ha fatto il principio fondamentale della propria impresa. Il presidente di Naturasì , Fabio Brescacin, ha raccontato con una video intervista disponibile in formato esteso nel sito della associazione, le sfide del prodotto bio e cosa voglia dire fare impresa nel segno di un valore etico e responsabile di tutta la filiera.
Se da un lato il convegno voleva offrire un spaccato dell’impresa, dall’altro non ha trascurato l’importanza di rendere sensibile l’interlocutore, cioè il cliente. Chi ordina, chi consuma deve per primo avere coscienza di contribuire a un sistema complesso che – se virtuoso – produce benefici generali. L’impresa sostenibile, crea vita quotidiana altrettanto sostenibile.
La divulgazione in questo senso gioca un ruolo educativo fondamentale.
L’esempio più maturo e globale viene da National Geographic: una tradizione raccontata da Davide Brunetti, direttore commerciale e marketing per l’Italia. Dai grandi reportages, al racconto della lotta quotidiana per la salvaguardia dell’ambiente attraverso la campagna global planet or plastic, la celebre rivista a diffusione mondiale è punto di riferimento per una nuova visione della relazione domanda-offerta, anche in termini di consumi.
Alle nuove leve, presenti in maniera massiccia al convegno è stato rivolto un pensiero importante: studenti, a maggior ragione se bambini delle scuole primarie, formati ad apprezzare la sostenibilità saranno consum-attori consapevoli. Ecco allora che nel convegno di Torino ha preso la parola Emanuele Breveglieri, ”storyteller” per il Gruppo Contship Italia che attraverso il progetto Porto Lab, in un viaggio continuo tra didattica complementare e esperienza reale, ha trasformato da 13 anni, i porti ed i centri intermodali del Gruppo in laboratori a cielo aperto.
Ma un riconoscimento a sforzi concreti nel misurare le performance di sostenibilità ambientale, economica e sociale è venuto da SOS LOGistica – insieme a Lloyd Register – in occasione della manifestazione Ecomondo di Rimini.
Il gruppo Maganetti e il gruppo Bomi sono infatti le prime realtà ad aver ricevuto il marchio di Logistica Sostenibile avendo completato positivamente il percorso di validazione del protocollo ideato da Lloyd’s Register e SOS LOGistica. A consegnare gli attestati, oltre che Elena Cervasio di Lloyd’s e Daniele Testi di SOS LOGistica, sono stati invitati Ghelfi Onduati, cliente di Maganetti e Fresenius Medical Care, cliente di Bomi a sottolineare due elementi fondamentali dell’iniziativa: il mercato premierà le aziende che si faranno oggettivare i propri investimenti in sostenibilità e di pari importanza, la sostenibilità si può ottenere solo con un approccio integrato lungo la filiera coinvolgendo clienti e fornitori. Una pratica spesso decantata ma che in ambito logistico fatica ancora ad emergere.
Non un punto di arrivo ma l’inizio di un viaggio che le imprese hanno intrapreso credendo nella sostenibilità come leva per innovare ed essere più competitivi. Un percorso continuo che non si esaurisce in un singolo intervento ma deve essere rinnovato ogni anno a garanzia di un impegno concreto e non di facciata.
Francesco S. Saliero