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» »Unlabelled » GIUGNO 2019 PAG. 46 - Porto Cervo ha ospitato il Forum del lusso possibile


Quest’anno il Forum si è focalizzato su tre tematiche di grande attualità: il mercato dei mega yacht e le problematiche fiscali e amministrative; il tema dell’inquinamento da plastiche (lanciato per la prima volta proprio dal Forum del lusso possibile due anni addietro e puntato quest’anno sulla concretezza di idee progetto) e la destagionalizzazione del turismo in particolare in regioni come Sardegna e Liguria. Giovanni Gasparini, presidente sezione Yacht di Federagenti ha risposto ad alcune domande di PORTO&interporto.

Presidente Gasparini  qual’è il rapporto con le associazioni?
Noi come Federagenti siamo sempre stati fautori di accordi con le associazioni di categoria che rappresentano il mondo della nautica. Oggi si fa un gran dire di far sistema e fare sinergie ma purtroppo rimangono spesso solo buone intenzioni che non portano da nessuna parte. Secondo me le problematiche che oggi andremo a toccare, dalla destagionalizzazione alla continuità territoriale, dalla ricettività alle ricchezze dei territori fino all’impatto ambientale delle plastiche e dei combustibili richiedono un con forza che le associazioni si uniscano, ognuna con la propria ricchezza e con la propria particolarità con un obiettivo comune che è quello di far sentire la voce della Industria nautica che va dalla cantieristica ai servizi per gli yacht in modo da far sentire la nostra voce che è una voce propositiva che non è solo di interessi di categoria ma anche di sviluppo dei territori che accolgono questo tipo di traffico.

La Federagenti cosa ha proposto a Nautica Italiana? 
Non abbiamo fatto delle proposte specifiche, ma ci siamo resi disponibili anche per quanto riguarda i decreti attuativi che sono in essere per mettere a regime il nuovo codice della nautica da diporto. Chiaramente è il caso che chi si occupa di questi lavori si sieda a un tavolo comune e faccia delle proposte in modo da andare al Ministero con delle proposte credibili e spendibili in modo da mettere anche la controparte amministrativa e ministeriale in una situazione di conoscenza concreta delle problematiche senza che ogni parte tiri la sua fune dalla sua parte mettendo in crisi il dialogo. Dobbiamo avere oggi onestà intellettuale e capire unitariamente dove vogliamo andare in futuro.
Come conciliare lo spirito associativo e l’individualità degli imprenditori?
Questo è un problema italiano in quanto l’italiano è un individualista il che è una ricchezza perché ci caratterizza e ci dà il tocco in più ma allo stesso tempo bisogna rendersi conto che per certi obiettivi occorre un lavoro comune è una visione moderna di tutte le problematiche che ci stanno attorno.

Scendendo sul territorio, secondo lei la destagionalizzazione della Sardegna è possibile? 
La destagionalizzazione pesa un po’ su tutto il turismo perche è una particolaritá del settore.
Il problema dell’industria turistica è un problema che noi viviamo di più: l’accoglienza turistica è un qualcosa che viene vista e vissuta dalla popolazione in modo molto particolare perché tutti i cittadini, anche chi non è coinvolto direttamente nell’attività turistica, sono di fatto, chiamati a dare il prorpio contributo all’ospitalità. Il turista è un ospite che viene a casa tua anche se non sei un ristoratore, di conseguenza essere ben disposti verso questo industria da possibilità di arricchimento del territorio.

Quali secondo lei potrebbero essere le strategie di promozione di questi territori anche nei confronti del turismo del lusso e dei mega yacht? 
Fondamentalmente il turismo fa anche rima con relax e svago; una politica comune tra cittadini ed enti dovrebbe essere orientata alla serenità degli operatori creando una normativa semplice e facilmente attuabile resa efficace attraverso una semplificazione così che il comune, la regione, tutti gli enti diventino nostri soci, ma non come spesso negativamente si definisce il fisco, ma in maniera positiva. Soci costruttivi nel senso che ti aiutano a raggiungere gli obiettivi che poi in realtà sono comuni. Significherebbe trovare tutti assieme una logica attuabile per allungare il periodo di apertura dei servizi di accoglienza.
Eugenia De Cesare

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