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» » FEBBRAIO 2021 PAG. 26 - Previsioni economiche EU: una luce in fondo al tunnel


 

 Secondo le previsioni economiche d’inverno 2021, l’economia della zona euro crescerà del 3,8 % sia nel 2021 che nel 2022, mentre l’economia dell’UE crescerà del 3,7 % nel 2021 e del 3,9 % nel 2022.
L’Europa è ancora stretta nella morsa della pandemia di coronavirus. Il nuovo incremento del numero di casi e la comparsa di nuovi ceppi del coronavirus più contagiosi hanno costretto molti Stati membri a reintrodurre o a inasprire le misure di contenimento. Al tempo stesso l’avvio dei programmi di vaccinazione in tutta l’UE dà adito a un cauto ottimismo.


Crescita economica pronta a ripartire
Secondo le previsioni economiche d’inverno 2021, l’economia della zona euro crescerà del 3,8 % sia nel 2021 che nel 2022, mentre l’economia dell’UE crescerà del 3,7 % nel 2021 e del 3,9 % nel 2022.
Si prevede che le economie della zona euro e dell’UE raggiungeranno i livelli di produzione pre-crisi prima di quanto anticipato nelle previsioni economiche d’autunno 2020, in gran parte a seguito dello slancio di crescita più forte del previsto che si prospetta per la seconda metà del 2021 e per il 2022.
Dopo la forte crescita registrata nel terzo trimestre del 2020, l’attività economica si è nuovamente contratta nel quarto trimestre a causa delle nuove misure di contenimento adottate a seguito della seconda ondata della pandemia. Con queste misure in vigore, si prevede che le economie dell’UE e della zona euro registreranno un calo nel primo trimestre del 2021. La crescita economica dovrebbe riprendere in primavera e acquistare slancio durante l’estate, con l’avanzare dei programmi di vaccinazione e il graduale allentamento delle misure di contenimento. Prospettive più incoraggianti per l’economia mondiale dovrebbero anch’esse sostenere la ripresa.
L’impatto economico della pandemia rimane disomogeneo tra gli Stati membri e, secondo le previsioni, anche la ripresa sarà caratterizzata da andamenti molto diversi.


Prospettive di inflazione ancora modeste
In base alle previsioni l’inflazione nella zona euro dovrebbe aumentare, passando dallo 0,3 % del 2020 all’1,4 % nel 2021, per poi scendere leggermente all’1,3 % nel 2022. Le previsioni relative all’inflazione per il 2021 nella zona euro e nell’UE sono in lieve aumento rispetto all’autunno, ma nel complesso il dato dovrebbe rimanere contenuto. Il ritardo subito dalla ripresa continuerà presumibilmente a frenare le pressioni della domanda aggregata sui prezzi. Nel 2021 l’inflazione sarà temporaneamente spinta al rialzo da effetti base positivi sull’inflazione dei beni energetici, da adeguamenti fiscali - soprattutto in Germania - e dagli effetti di una domanda repressa su un’offerta ancora limitata in certi settori. Nel 2022, con l’adeguamento dell’offerta e la graduale riduzione degli effetti base, l’inflazione dovrebbe subire nuovamente un leggero calo. 


Permangono incertezza e rischi significativi
Rispetto all’autunno, i rischi che circondano le previsioni sono più equilibrati, pur rimanendo elevati, e sono principalmente connessi all’evoluzione della pandemia e al successo delle campagne di vaccinazione. I rischi positivi sono legati alla possibilità che il processo di vaccinazione conduca a un allentamento più rapido del previsto delle misure di contenimento e quindi a una ripresa più tempestiva e più forte. Inoltre Next Generation EU, lo strumento dell’UE per la ripresa il cui fulcro è costituito dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, potrebbe alimentare una crescita più forte di quanto prospettato, dal momento che i finanziamenti previsti, per la maggior parte, non sono ancora stati integrati nelle previsioni. 


In termini di rischi negativi, nel breve periodo la pandemia potrebbe rivelarsi più persistente o grave di quanto ipotizzato nelle previsioni, o potrebbero verificarsi ritardi nell’attuazione dei programmi di vaccinazione. Ciò potrebbe ritardare l’allentamento delle misure di contenimento e, di conseguenza, incidere sui tempi e sull’intensità della prevista ripresa. Vi è inoltre il rischio che la crisi possa lasciare segni più profondi nel tessuto socioeconomico dell’UE, in particolare sotto forma di fallimenti generalizzati e capillari perdite di posti di lavoro. Ciò danneggerebbe altresì il settore finanziario, aumenterebbe la disoccupazione di lunga durata e aggraverebbe le disuguaglianze.


Dichiarazioni di membri del Collegio
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone, ha dichiarato: “Le previsioni odierne infondono una reale speranza in un momento di grande incertezza per tutti noi. Le previsioni relative a una robusta ripresa della crescita per la seconda metà di quest’anno mostrano molto chiaramente che ci stiamo avviando verso una svolta nel superamento di questa crisi. Una risposta europea forte sarà fondamentale per affrontare questioni quali la perdita di posti di lavoro, l’indebolimento del settore delle imprese e l’aumento delle disuguaglianze. Molti saranno ancora gli interventi necessari per contenere le conseguenze socioeconomiche generali. Il nostro pacchetto per la ripresa contribuirà in ampia misura a sostenere la ripresa, con il sostegno delle campagne di vaccinazione e di una probabile spinta della domanda mondiale”.


Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia, ha dichiarato: “Gli europei vivono tempi difficili. Siamo ancora nella morsa dolorosa della pandemia e le sue conseguenze socioeconomiche sono fin troppo evidenti. Finalmente, però, si comincia a intravedere una luce in fondo al tunnel. Dal momento che il numero delle vaccinazioni aumenterà nei prossimi mesi, un allentamento delle misure di contenimento dovrebbe consentire una ripresa più vigorosa durante la primavera e l’estate. Nel 2022, cioè prima di quanto precedentemente prospettato, l’economia dell’UE dovrebbe tornare ai livelli del PIL pre-pandemia, anche se la perdita di produzione registrata nel 2020 non sarà recuperata così rapidamente o allo stesso ritmo in tutta l’Unione. Queste previsioni sono soggette a molteplici rischi, connessi ad esempio alle nuove varianti del virus e alla situazione epidemiologica mondiale. D’altro canto, nei prossimi anni gli effetti di Next Generation EU dovrebbero infondere un forte impulso alle economie più duramente colpite, ipotesi, questa, non ancora integrata nelle proiezioni odierne”.


Contesto
Le previsioni economiche d’inverno 2021 contengono un aggiornamento delle previsioni economiche d’autunno 2020 presentate nel novembre 2020, e sono incentrate sull’andamento del PIL e dell’inflazione in tutti gli Stati membri dell’UE.


Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 28 gennaio 2021. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 2 febbraio incluso. A meno che le politiche non siano sufficientemente dettagliate e annunciate in modo credibile, le proiezioni presuppongono che restino invariate.


Fondamentalmente le previsioni si basano su due importanti ipotesi tecniche relative alla pandemia. In primo luogo, dopo un significativo inasprimento nel quarto trimestre del 2020, le misure di contenimento rimarranno severe durante il primo trimestre del 2021. Le previsioni si fondano sul presupposto che le misure di contenimento cominceranno ad essere revocate verso la fine del secondo trimestre e, in misura più marcata, durante la seconda metà dell’anno, quando si presume che le categorie di cittadini più vulnerabili e una quota crescente della popolazione adulta siano state vaccinate. In secondo luogo, le misure di contenimento rimarranno minime verso la fine del 2021 per lasciare il posto, nel 2022, soltanto a misure settoriali mirate.


L’inclusione di Next Generation EU, compreso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, nelle previsioni rimane in linea con la consueta ipotesi delle politiche invariate ed è immutata rispetto alle previsioni d’autunno. Le previsioni comprendono unicamente le misure adottate o annunciate in modo credibile e sufficientemente dettagliate, in particolare nei bilanci nazionali. In pratica, ciò significa che soltanto le proiezioni economiche di pochi Stati membri tengono conto di alcune misure che dovrebbero essere finanziate a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Le prossime previsioni della Commissione europea saranno le previsioni economiche di primavera 2021 (maggio 2021).

Stefania Vergani

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