15 Marzo. Il porto di Barcellona sta testando l’introduzione di droni marini per effettuare una serie di misurazioni e servizi all’interno del suo specchio acqueo. L’ente portuale catalano, infatti, ha effettuato nei giorni scorsi un test pilota utilizzando un USV (Unmanned Surface Vehicle) SB100 progettato e realizzato dalla Gpaseabots.
I vantaggi derivanti dall’uso di questo tipo di unità rispetto alle imbarcazioni convenzionali riguardano il contenimento dei costi, l’assenza di rischi per gli esseri umani, velocità negli spostamenti, la capacità di fornire dati in tempo reale. Il dispositivo testato, in effetti, è stato concepito come una sorta di piattaforma versatile e multifunzionale per l’automazione dei compiti e l’accesso in sicurezza in aree ad alto rischio.
Le applicazioni possono variare dalle misurazioni idrografiche all’analisi delle acque, all’ispezione, recupero, salvataggio, sorveglianza e pulizia di vaste aree dello specchio acqueo. Tutti compiti che possono essere eseguite da un singolo operatore.
La sperimentazione per il capo del dipartimento ambientale del porto di Barcellona, Jordi Vila, rappresenta “un primo passo verso un uso più efficiente dei dati, verso l’automazione del lavoro sul campo e ci permetterà di approfondire la nostra conoscenza dell’ambiente marino in un modo molto diverso da quello attuale”.
Tra le applicazioni possibili indicate dall’ente portuale (e la questione potrebbe interessare i porti italiani, almeno per quanto concerne il versante costi nelle operazioni di dragaggio) “il monitoraggio della qualità delle acque e del follow up dei sedimenti”.