Gli alti noli marittimi fanno male anche al trasporto ferroviario
3 Marzo. L’aumento dei noli marittimi sta contribuendo alla congestione del trasporto ferroviario lungo la BRI. Complici i lockdown a singhiozzo, c’è una enorme quantità di merci che aspetta in Cina per essere spedita in Europa con corollario di magazzini pieni, mancanza di container vuoti, cambio delle rotte. È quanto evidenziato dal portale specializzato Railfreight.com che sul tema ha intervistato alcuni operatori attivi lunga la Nuova Via della Seta.
A complicare la situazione, in particolare, la parziale ricezione della merce sul fronte europeo – con il trasferimento dei container vuoti da Tilburg, dove mancano spazi di stoccaggio, ad Amburgo e Duisburg – e l’aumento costante dei volumi movimentati via ferrovia, con livelli dei noli in alcuni casi addirittura inferiori a quelli navali. Pesano, rispetto a questo fenomeno, anche la capacità della rete e il cronico squilibrio dei flussi commerciali in direzione Est – Ovest.
Il risultato, con le difficoltà che riguardano soprattutto la merce a basso valore aggiunto, è una differenziazione dei punti di partenza: gli spedizionieri cinesi non si concentrano più su poche città ma guardano anche ai centri di smistamento più lontani. Capita così che le merci destinate ai Paesi Bassi devono essere ritirate in Polonia.
Lo spostamento di rotta di fatto significa anche uno spostamento di destinazione, il che si traduce in sfide dell’ultimo miglio in Europa. La questione, evidenziano gli osservatori, potrà essere risolta solo con lo scoppio della bolla dei noli marittimi, quando trasportare per via oceanica ritornerà ad essere più conveniente.
Intanto, il Kazakistan ha annunciato il congelamento del traffico di camion al confine con la Cina, al fine di liberare capacità per il traffico ferroviario. Il divieto, sul punto di confine Alashankou-Dostyk, durerà per tutto il mese di marzo e si aggiunge ad iniziative analoghe seguite negli scorsi mesi per combattere le conseguenze negative della congestione. Si stima che attualmente oltre 12mila vagoni siano in attesa di essere convogliati verso l’Ovest.