La Shipping Week e la sua main conference, Port&Shipping Tech, tornano a Genova quest’anno accompagnate dalla Rolli Shipping Week. Un’occasione di valorizzazione del patrimonio artistico della città grazie all’organizzazione di eventi congressuali e culturali negli storici Palazzi dell’ospitalità che, per l’occasione, si apriranno alla comunità marittima.
Un’edizione tra tradizione e innovazioni, uno specchio molto fedele di quello che sta accadendo in tutto il mondo dello shipping. L’agenda di Port&Shipping Tech, la nave ammiraglia della settimana, non poteva che cogliere questo momento e le sue caratteristiche. Una è certamente il fatto che, sembra banale, ormai non solo il Pubblico si è accorto che lo shipping esiste ed è fondamentale, ma anche i professionisti del settore si sono risvegliati alla constatazione che il proprio business dipende da un ambiente politico ed economico molto più ampio di quello con cui erano abituati a pensare di avere a che fare.
Prendiamo la sessione di apertura di PST, che si presenta con un titolo icastico, In the Med, a stare a significare nel Mediterraneo ma anche nel mezzo. La posizione della penisola è una banalità geografica ma un problema politico per l’Italia. Gli ormai oltre cinque anni di introversione dovuti prima alla mancanza di leadership politica consapevole e poi alle varie fasi della pandemia, hanno visto l’erosione della presenza e autorevolezza del Paese nel Mediterraneo. Non certo per mancanza di mezzi tecnici, dall’economico al diplomatico al militare, ma per la confusione degli organi istituzionali preposti. La posizione di cerniera della penisola in queste condizioni complica le cose: l’Italia è incardinata all’Europa, che prosegue le proprie strategie, come i corridoi Ten-T e Ten-E/eTen, che spesso non ci favoriscono più, ma non può ignorare il mare. È dal traffico marittimo che provengono il 62% dell’import e il 95% delle materie prime, e a cui va il 50% dell’export, e che oggi è l’unico ambiente da cui possono sorgere minacce alla sicurezza. Il sistema Paese deve trasformare i problemi del doppio ruolo euro-mediterraneo in un’opportunità. Non si tratta di un gioco a somma zero, ma lo potrebbe diventare se non giochiamo.
Lo stesso si può dire di un altro tema affrontato da PST 2021: le risorse del mare, in una sessione chiamata Over&Under The Sea. Lo shipping vede il mare come un luogo di transito, ma il sesto continente è ben altro. Da tempi immemorabili il mare è fonte di risorse, dagli animali e vegetali che lo abitano ai sali contenuti nelle sue acque. Dalla metà del XIX secolo la quantità e la diversità delle risorse marine non ha fatto che crescere, come la loro importanza. Per enumerarle oggi si parte da sotto il fondo del mare, con petrolio e gas, poi sul fondale, dove riposano decine di miliardi di tonnellate di noduli metallici, passano condotte per idrocarburi, cavi per i dati e per l’energia elettrica, la cui importanza è destinata crescere. Nell’acqua nuotano e stazionano le risorse biologiche, di cui quelle della pesca sono una piccola parte. Infine le acque superficiali, il più grande collettore di energia solare del pianeta che il mare restituisce sotto forma di vento, e le maree, che sono la trasformazione dell’altra grande forza dell’universo, la gravità. Risorse immense, che si traducono in ricchezza e quindi in competizione per la valorizzazione, che il sistema internazionale cerca di incanalare nel meccanismo delle Zone Economiche Esclusive. Per l’Italia tutto questo non sembra interessante.
Per il pubblico cui si rivolge PST invece deve esserlo, e gli organizzatori si prendono il compito di ricordarglielo.
PST (6-8 ottobre) è parte della Genova Shipping Week (4-10 ottobre), organizzata da Clickutility Team in collaborazione con Assagenti. L’agenda di PST è curata da Studio Comelli.
Maggiori informazioni sul programma di Port&Shipping Tech all’indirizzo: www.pstconference.it
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