Nei giorni scorsi l’Assemblea di RINA S.p.A ha approvato il bilancio consolidato del gruppo per l’esercizio 2017 che presenta ricavi pari a 437 milioni di Euro e un EBITDA di 51,7 milioni di Euro.
Buona la performance del settore marine con una crescita del 3% in termini di ricavi. La flotta di navi in esercizio classificata RINA, infatti, ha registrato un aumento di oltre il 7% rispetto al 2016, a fronte di una crescita media delle società appartenenti all’IACS del 2,5%.
La flotta ha raggiunto i 40 milioni di GT e l’orderbook di nuove costruzioni è pari a circa 500 navi, per un totale di oltre 4,5 milioni di GT. L’esercizio ha visto l’azienda rafforzare la propria posizione nei segmenti della cantieristica mondiale meno interessati dalla crisi. Si confermano, quindi, il primato del RINA nella classificazione dei traghetti passeggeri e ro-ro, la leadership nello yachting e nel settore delle navi da crociera, sia in termini di flotta in esercizio classificata sia di nuove costruzioni. L’orderbook vede, infatti, oltre 2 milioni di GT in navi da crociera, tra cui spicca il primato delle prime navi da crociera al mondo ad essere interamente alimentate a GNL, nonché le più capaci in termini di passeggeri trasportabili mai realizzate.
Anche il settore della Certificazione è cresciuto (+4%) con un ulteriore rafforzamento del primato del RINA in Italia nell’ambito dei principali schemi certificativi, nel numero di siti certificati, nei settori tradizionali e nel settore agroalimentare. La strategia di diversificazione messa in atto dall’azienda si è tradotta in risultati positivi per le attività di certificazione in ambito automotive e ambientale, dello standard ISO 37001 anticorruzione e di supporto alle imprese per l’attestazione Industria 4.0.
Il settore dei trasporti e infrastrutture ha visto una crescita del 2%, ottenuta non solo attraverso i molteplici servizi offerti, ma anche grazie alla loro internazionalizzazione.
L’esercizio 2017 registra, tuttavia, una flessione delle attività nel settore dell’oil & gas (-9%), dove il prezzo del petrolio ha costretto le principali società petrolifere mondiali ad un forte ridimensionamento degli investimenti. Per compensare questa situazione negativa, il RINA ha concentrato i propri sforzi nei settori vicini a quello dell’upstream, individuando nuove nicchie e puntando su geografie meno penalizzate dalla crisi. L’azienda ha, infatti, continuato a perseguire gli obiettivi di diversificazione geografica delle attività in Malesia, in Mozambico e in Messico.
Il bilancio 2017 presenta, quindi, ricavi leggermente inferiori (-2.5%) rispetto a quelli del 2016 proforma (ossia quelli che includono gli effetti dell’acquisizione del Gruppo Edif da gennaio anziché da agosto 2016). Anche l’EBITDA, di conseguenza, ha registrato un lieve flessione (-5%). Considerando, invece, i valori non proformati, si registra una percentuale di crescita del 10% sui ricavi e del 8.4% sull’EBITDA.
Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato RINA, ha dichiarato: “Il 2017 si è chiuso con risultati in linea con l’anno precedente, nonostante il permanere della difficile situazione a livello globale del settore oil & gas e dell’incertezza causata dal processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Si è trattato di un anno di consolidamento per il RINA, culminato nella presentazione del nuovo brand che oggi rappresenta l’azienda nella sua veste ancora più digitale e focalizzata sulla sostenibilità”.
Nel 2017 l’attività del RINA dedicata alla ricerca e sviluppo ha raggiunto le 222 mila ore.
Stefania Vergani