Canale di Suez, ad aprile record di transiti
Picco mensile record, lo scorso aprile, delle merci transitate nel Canale di Suez: 80,9 milioni di tonnellate, superiore al precedente primato del dicembre 2017 con 80,4 milioni di tonnellate. Nelle due direzioni sono transitate un totale di 1.483 navi (+2,3% sull’aprile 2017) per complessive 92,5 milioni di tonnellate di stazza netta (+7,3%), di cui 364 petroliere (-0,5%) per 15,6 milioni di tonnellate di stazza netta (+3,2%) e 1.119 navi di altro tipo (+3,3%) per 76,8 milioni di tonnellate di stazza netta (+8,3%) incluse 473 portacontainer (+6,3%) per 52,2 milioni di tonnellate di stazza netta (+12,2%) e 298 rinfusiere (+17,3%) per 10,7 milioni di tonnellate di stazza netta (+15,9%). Nel primo quadrimestre di quest’anno nel canale sono transitate complessivamente 5.657 navi per 352,7 milioni di tonnellate di stazza netta, con incrementi rispettivamente del +0,5% e del +8,6% sui primi quattro mesi del 2017. Le petroliere sono state 1.433 (-4,0%) per 59,8 milioni di tonnellate di stazza netta (-1,6%) e le navi di altro tipo 4.224 (+2,2%) per 292,8 milioni di tonnellate di stazza netta (+10,9%). Il volume totale delle merci ammonta a 304,6 milioni di tonnellate (+4,6%), di cui 157,7 milioni di tonnellate di carichi imbarcati sulle navi dirette a sud (+2,4%) e 146,8 milioni di tonnellate su quelle dirette a nord (+7,1%). Tra i principali volumi di carico imbarcati sulle navi transitate in entrambe le direzioni figuravano i container con 158,7 milioni di tonnellate (+5,0%), il petrolio grezzo con 33,7 milioni di tonnellate (-3,7%), i cereali con 13,4 milioni di tonnellate (+1,5%), il carbone e la lignite con 10,3 milioni di tonnellate (+119,5%), i gasoli con 9,5 milioni di tonnellate (+44,3%) e le benzine con 9,3 milioni di tonnellate (+16,2%).
Leasing container in fase positiva
Le condizioni di mercato nel noleggio e vendita di contenitori rimarranno favorevoli. È quanto annunciato da Brian Sondey, Ad della Triton International Limited, la più grande azienda del settore con una flotta di 5,7 milioni di “scatoloni”. “Si prevede che proseguirà la crescita degli scambi commerciali e molti dei nostri clienti continueranno a fare molto affidamento sull’immissione nelle loro flotte di nuovi container presi a noleggio. Nel periodo che precede la stagione di picco del trasporto marittimo le scorte di nuovi container sono aumentate, mentre la disponibilità di container usati per i noleggi è eccezionalmente bassa”. Una situazione che ha preservato un equilibrio ottimale tra domanda e offerta, testimoniata dalle buone performance dell’azienda: utile netto a 82,9 milioni di dollari su ricavi pari a 315,1 milioni di dollari, con incrementi rispettivamente del +128,3% e del +18,6% sui primi tre mesi dello scorso anno.
MSC gestirà nuovo terminal container negli Emirati Arabi
MSC gestirà un nuovo container terminal nel porto di Khalifa, negli Emirati Arabi Uniti, in seguito ad un contratto di concessione con la Abu Dhabi Ports della durata di 30 anni che prevede investimenti pari a 1,1 miliardi di dollari. Il gruppo con sede a Ginevra prevede di trasferire gran parte del suo traffico nella regione a partire dal prossimo luglio: entro il 2020 le previsioni accreditano lo scalo emiratino di un traffico di 5,3 milioni di teu dai 2,5 milioni registrati nel 2017. L’intesa fa il paio con il piano di sviluppo dello scalo per l’acquisizione di mezzi di movimentazione, 13 gru ship-to-shore, che si aggiungeranno alle 12 già operative nel Khalifa Port Container Terminal (KPCT), gestito dalla Abu Dhabi Terminals (ADT).
Limassol, inaugurato il terminal passeggeri
Inaugurato a Cipro il nuovo terminal passeggeri del porto di Limassol. L’infrastruttura è stata realizzata da Cyprus Ports Authority e gestito da DP World Limassol, controllata del gruppo terminalista DP World di Dubai, aggiudicataria di una concessione della durata di 25 anni. Il nuovo terminal occupa superfici per un totale di 8.205 metri quadri ed ha una banchina di 480 metri lineari con una profondità del fondale di -11 metri. Gli accordi con il gruppo mediorientale sono stati giudicati dal presidente della Repubblica di Cipro, Nico Anastasiades, “il culmine di un progetto vitale per lo sviluppo e per le prospettive di crescita del nostro Paese attraverso il rilancio del ruolo di Cipro, promuovendolo quale importante centro regionale turistico, marittimo e commerciale nel Mediterraneo sudorientale e oltre”.
Gobal Port Development, aumenteranno i servizi di linea diretti
Nel 2017 il traffico containerizzato complessivo ha registrato il record degli ultimi sei anni con 740 milioni di Teu movimentati (+6% rispetto al 2016). Un trend che secondo l’ultimo “Global Port Development (2017)” dello Shanghai International Shipping Institute (SISI) si consoliderà nel corso del 2018. “Per mantenere il ritmo di spedizioni door-to-door sempre più rapide – rivela l’istituto cinese – l’industria armatoriale farà un ricorso maggiore ai servizi di linea diretta”. Fenomeno che si tradurrà “in un calo delle attività di trasbordo e un aumento dei container vuoti movimentati”. Dai dati del SISI emerge come i principali scali europei abbiano registrato un aumento del +4,9%; gli scali statunitensi, interrotta la fase di flessione per entrare in una di ripresa, del +7,1%; i porti asiatici del +7,2% (16,64 miliardi di tonnellate di merci movimentate dai soli porti cinesi, +6,9%, di cui 400 milioni di tonnellate di scambio marittimo con l’estero, +6,4%). Crescita anche nei porti africani (+3,5%). Fanalino di coda l’Australia con una crescita della movimentazione pari solo al +2,3%.
Imo, dimezzare le emissioni dello shipping del 50% entro il 2050
Il 72° meeting del Marine Environment Protection Committee (MEPC 72) dell’International Maritime Organization (IMO) ha raggiunto un accordo sulla strategia iniziale per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra prodotte dalle navi, in base alla quale entro il 2050 dovrà essere realizzato un taglio pari ad almeno il 50% rispetto ai livelli del 2008. L’accordo prevede che le emissioni di anidride carbonica per attività di trasporto, come media del trasporto marittimo internazionale, vengano ridotte entro il 2030 di almeno il 40% rispetto al 2008, con il traguardo di diminuirle del 70% entro il 2050. Pieno sostegno alla strategia è arrivato dall’associazione degli armatori europei. “L’industria dello shipping – ha evidenziato il segretario generale dell’ECSA, Martin Dorsman – è ora il primo settore globale con cifre concrete per la riduzione delle emissioni di gas serra. Ed inoltre, che l’obiettivo finale sia la totale decarbonizzazione è un risultato per il quale l’IMO dovrebbe essere lodata”.
Terminal container in Nigeria per CMA CGM
Il gruppo CMA CGM ha sottoscritto un MOU per il nuovo container terminal del porto di Lekki. L’accordo è stato siglato con la Lekki Port LFTZ Enterprise (LPLE), la joint venture che gestirà il nuovo porto nigeriano e che è partecipata dal gruppo Tolaram di Singapore, dal governo del Lagos e dalla Nigerian Ports Authority. L’accordo prevede che CMA Terminals, filiale terminalista del gruppo francese, si occupi della gestione, della manutenzione e della commercializzazione delle attività. Unica infrastruttura in acque profonde del paese, il terminal sarà ultimato alle fine del 2020 e avrà due banchine per un totale di 1.200 metri lineari di accosti con profondità del fondale di -16 metri attrezzate con 13 gru di banchina. La capacità di traffico annua del terminal sarà pari a 2,5 milioni di Teu.
Cina, liberalizzazioni in vista anche nel settore navale
La National Development and Reform Commission (NDRC) ha confermato un’ulteriore giro di liberalizzazioni per l’industria manifatturiera cinese. I principali settori interessati saranno auto, navi e aeronautica. In particolare, nel comparto navalmeccanico saranno annullate le attuali restrizioni all’apporto di capitale straniero, sia per le attività di progettazione sia per la costruzione e la riparazione. Un’analoga liberalizzazione riguarderà il settore aeronautico. Nel settore automobilistico, invece, il processo sarà scansionato: quest’anno verranno tolti i vincoli alle partecipazioni estere nelle società che producono veicoli elettrici; nel 2020 verranno rimossi i limiti alle partecipazioni estere nelle società produttrici di veicoli commerciali e nel 2022 sarà la volta delle aziende cinesi che producono veicoli per il trasporto di passeggeri.
NYK lancia il primo green bond dello shipping
Il gruppo armatoriale giapponese Nippon Yusen Kaisha (NYK) sarà la prima shipping company ad emettere green bond certificati. L’emissione di obbligazioni verdi sul mercato giapponese avrà un valore di dieci miliardi di yen (93 milioni di dollari). I titoli di debito, con scadenza quinquennale, saranno destinati a finanziare progetti di sviluppo sostenibile, tra cui la realizzazione di navi con propulsione alimentata a gas naturale liquefatto, sistemi per il trattamento delle acque di zavorra e sistemi con scrubber per la desolforazione dei fumi delle navi.
Rastatt, perdite per oltre due miliardi di euro
Il cedimento della linea ferroviaria a Rastatt, in Germania, ha determinato perdite per la catena logistica ferroviaria del trasporto merci pari a 2.048 milioni di euro. È la cifra iperbolica consegnata da uno studio della Hanseatic Transport Consultancy (HTC) realizzato per conto delle associazioni ferroviarie European Rail Freight Association (ERFA), Netzwerk Europäischer Eisenbahnen (NEE) e International Union for Rail-Road Combined Transport (UIRR). Nello specifico, 969 milioni per le società ferroviarie e logistiche; 771 milioni per il settore manifatturiero; 308 milioni di euro in altri comparti d’attività, tra cui quelli delle società di gestione delle infrastrutture e degli operatori dei terminal. Secondo il rapporto i danni principali sono stati causati dalla necessità di individuare linee alternative di trasporto e dalla crescita dei costi legata alla mancanza di piani di emergenza alternativi praticabili. “Benché molti flussi di traffico ferroviario merci siano internazionali i gestori delle infrastrutture si comportano ancora, prima di tutto, come se le regole del gioco fossero nazionali”. L’interruzione ha avuto un impatto immediato sulle economie di Germania, Svizzera e Italia, aggravato dalle incertezze sui tempi di rispristino del traffico.