26 febbraio 2021 - La transizione verso la neutralità climatica del trasporto marittimo dovrà tener conto dell’impatto delle misure intraprese sulla competitività delle imprese dell’Ue, sull’occupazione e sui rischi legati alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Anche attraverso l’uso di incentivi ed esenzioni fiscali per favorire l’utilizzo di carburanti alternativi.
È la richiesta che arriva dai deputati del Parlamento europeo nel corso della discussione sulle misure tecniche e operative da mettere in campo entro il 2050. Il testo adottato a Strasburgo conferma il traguardo indicato entro il 2030 di una riduzione del 40% delle emissioni, compreso l’inclusione dello shipping nei sistemi di scambio delle quote di CO2, e indica il GNL e le necessarie infrastrutture come una delle possibili tecnologie di transizione.
Tra le proproste di misure inviate alla Commissione europea l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili tradizionali e un giro di vite in tema di “distorsione della concorrenza sul mercato europeo tra le energie fossili, che beneficiano di un trattamento fiscale più favorevole, e i combustibili alternativi puliti da fonti rinnovabili”.
Gli eurodeputati chiedono alla Commissione anche di elaborare una strategia sui porti sostenendo l’uso dell’elettrificazione delle banchine e “di agire rapidamente per regolare l’accesso ai porti dell’UE per le navi più inquinanti sulla base del quadro della direttiva sul controllo dello Stato di approdo”.
Indicate infine una serie di azioni che potrebbero contribuire significativamente alla decarbonizzazione del settore marittimo e promuovere il Green Deal come l’ottimizzazione della velocità delle navi, compresa la navigazione lenta, l’innovazione nell’idrodinamica, l’introduzione di nuovi metodi di propulsione, come le tecnologie di assistenza eolica, l’ottimizzazione delle rotte navigabili e la digitalizzazione e l’automazione del settore.